Se tutte le stelle venissero giù by Filippo Bonaventura Lorenzo Colombo Matteo Miluzio

Se tutte le stelle venissero giù by Filippo Bonaventura Lorenzo Colombo Matteo Miluzio

autore:Filippo Bonaventura, Lorenzo Colombo, Matteo Miluzio
La lingua: ita
Format: mobi
Tags: Astrofisica, Astronomia
ISBN: 9788817146906
editore: Rizzoli
pubblicato: 2020-04-01T12:00:00+00:00


SOTTO UN SOLE NERO

Cosa succederebbe se la Terra orbitasse attorno a una stella diversa dal Sole o a un buco nero?

Il Sole ha creato le condizioni ideali affinché la Terra ospitasse la vita come la conosciamo. O, più probabilmente, è la vita terrestre a essersi evoluta perfettamente per adattarsi alla sua stella, come il gesso in uno stampo. Per noi il Sole non è troppo caldo né troppo freddo, non è troppo lontano o troppo vicino, né troppo longevo o troppo giovane. È una stella di mezza età come ce ne sono tante altre nella nostra Galassia. Brilla da 4,5 miliardi di anni e continuerà a farlo per altrettanto tempo prima di diventare una gigante rossa e far fare una brutta fine ai pianeti interni, quelli da Mercurio a Marte. Ma il Sole non è certo l’unica stella possibile nell’universo. Il concetto fondamentale per capire cosa succederebbe alla Terra se il Sole fosse una stella diversa è quello di “fascia abitabile”. Questa è stata definita come la distanza da una stella alla quale un pianeta è in grado di mantenere acqua liquida sulla superficie. Ciò non significa che il pianeta ospiti automaticamente la vita come la conosciamo – per esempio Marte è parzialmente entro questa fascia durante la sua orbita e Venere lo è stato per gran parte della sua storia – ma solo che viene soddisfatta una delle condizioni iniziali per il suo sviluppo.

Osservandone la luce, gli astronomi hanno classificato le stelle in svariate categorie, chiamate “classi spettrali”, che dipendono dalla loro temperatura superficiale. L’artefice di questa classificazione è una delle grandi figure dimenticate nella storia della ricerca scientifica: Annie Jump Cannon, la cui unica colpa era quella di essere una donna in un’epoca in cui il mondo scientifico era dominato dagli uomini. Cannon, insieme ad altre gigantesse della scienza come Henrietta Swan Leavitt e Williamina Fleming, faceva parte di un team creato dall’astronomo Edward Pickering noto come “le calcolatrici di Harvard”. Il loro compito era svolgere gli ardui calcoli astronomici e compilare i preziosi cataloghi necessari all’intera comunità scientifica, in un’epoca in cui non esistevano nemmeno i calcolatori meccanici. Oggi la classificazione spettrale delle stelle è una disciplina quasi a sé stante, la cui giustificazione fisica fu fornita per la prima volta da un’altra donna, l’astrofisica Cecilia Payne (la quale dimostrò che le stelle non avevano la stessa composizione della Terra ma erano costituite principalmente da idrogeno ed elio, una posizione considerata quasi scandalosa all’epoca). Le intuizioni di Cannon e Payne erano talmente potenti che ancora oggi l’ossatura della classificazione è rimasta la stessa, nonostante siano passati oltre cento anni. Le sette classi spettrali principali sono, dalla più calda alla più fredda: O, B, A, F, G, K e M. Gli astronomi ricordano l’ordine corretto con una frase in inglese molto semplice da memorizzare: Oh, Be A Fine Girl/Guy, Kiss Me! (Sii una ragazza/o gentile, baciami!), il che la dice lunga su quanto fosse spenta la vita sentimentale dei ricercatori già cento anni fa. Ci sono molte altre classi secondarie, ma sarebbe troppo complicato trattarle tutte.



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